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Bandiera del Tibet (BandTibet)

Esponi la bandiera del Tibet (100x140cm)

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La bandiera nazionale tibetana è strettamente legata alla storia del Paese delle Nevi e a quella delle dinastie reali del Tibet, entrambe vecchie di migliaia d’anni.

Nell’anno 820, ovvero nel settimo secolo dell’era cristiana, durante il regno del re tibetano Song-tzan Gampo, il territorio del Tibet venne diviso in distretti di varia grandezza conosciuti come “gö-kyi tong-de” e “yung-g’i mi-de”.

A un esercito di 2.860.000 uomini, provenienti da questi distretti, fu affidato il compito di presidiare i confini del paese, permettendo quindi al popolo tibetano di vivere in condizioni di sicurezza.

Il coraggio e l’eroismo dei tibetani di quel tempo, capaci addirittura di conquistare e di governare il confinante impero cinese, sono ben conosciuti nella storia del mondo.

È storicamente provato che a quei tempi il reggimento di Yö-ru tö aveva una bandiera militare raffigurante una coppia di leoni di montagna contrapposti; il reggimento di Yä-ru mä ne aveva una con un leone di montagna e con un bordo superiore di colore chiaro; in quella di Tzang Ru-lao era rappresentato un leone in posizione eretta lanciato verso il cielo mentre la bandiera di Ü-ru tö aveva una fiamma bianca su sfondo rosso, e così via.

Con il proseguire di questa tradizione, all’inizio del ventesimo secolo ogni reggimento dell’esercito tibetano possedeva una bandiera raffigurante due leoni di montagna contrapposti oppure un leone di montagna proteso verso il cielo.

Nel ventesimo secolo, il XIII Dalai Lama, eminente capo spirituale e temporale del Tibet, attuò molti cambiamenti in campo amministrativo in sintonia con le usanze internazionali. Prendendo spunto e migliorando gli stendardi militari esistenti, Sua Santità disegnò l’attuale, moderna bandiera nazionale e, con un proclama ufficiale, dichiarò che sarebbe stata adottata da tutti i corpi militari di difesa.

La composizione pittorica e il simbolismo della bandiera nazionale Tibetana contengono tutte le caratteristiche del Tibet: la conformazione geografica del territorio, la sua natura religiosa, gli usi e le tradizioni della società tibetana, l’amministrazione politica del governo Tibetano, e cosi via.

In ognuna delle tre regioni di cui si compone il paese, la bandiera nazionale, ereditata dagli antichi padri, è universalmente accettata come un comune inestimabile tesoro e, come in passato, è rispettata e stimata.

SIMBOLOGIA

1. La gloriosa e bellissima montagna bianca, situata al centro, simboleggia la grande nazione tibetana, famosa per le montagne innevate che la circondano.

2. I sei raggi di luce rossa diretti verso il cielo simboleggiano le sei tribù del Tibet: Se, Mu, Dong, Tong, Dru e Ra.

3. L’alternanza del colore rosso e del colore azzurro del cielo simboleggia la continua ricerca della retta condotta morale necessaria per mantenere e proteggere la legge spirituale e la legge temporale sancita dalle due divinità tutelari, una rossa e una nera, che hanno protetto il Tibet nel corso dei tempi.

4. I raggi emanati dal sole nascente sopra il picco della montagna innevata, simboleggiano l’eguale godimento, da parte di tutti i cittadini tibetani, della luce della libertà, della felicità spirituale e materiale e della prosperità.

5. L’aggressiva posizione della coppia di intrepidi leoni di montagna, il cui coraggio è suggerito dalle cinque sporgenze sulla sommità della loro testa, simboleggia il totale successo contro tutte le avversità delle azioni intraprese dal governo spirituale e secolare della nazione.

6. I tre gioielli colorati sopra ai leoni, bellissimi e radiosi di luce, simboleggiano la continua venerazione da parte del popolo Tibetano delle Tre Preziose Gemme, oggetti del rifugio.

7. Il mulinello della gioia, sorretto dai leoni, simboleggia l’osservanza della dirittura morale secondo le somme tradizioni rappresentate dai dieci precetti divini di virtù e dalle sedici regole etiche della vita laica.

8. Il bordo giallo simboleggia il fiorire e lo sviluppo degli insegnamenti del Buddha, paragonabili all’oro purissimo, attraverso spazio e tempo senza limiti.

Dal sito della Associazione Italia Tibet

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