27/01/2003
Eseguita condanna a morte di uno dei due tibetani ritenuti coinvolti in attentati |
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dal
27/01/2003 |
al
27/01/2003
| Stato: Cina |
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Regione: - |
Dipartimento: - |
Città: |
Kardze Tibetan Autonomous Prefecture, Sichuan |
dove: | Kardze Intermediate People's Court |
Fonte: | Tibet Information Network |
In Breve
(lingua: Italiano
)
È stata eseguita la condanna a morte di Lobsang Dhondup, uno dei due tibetani a cui di recente le autorità cinesi avevano comminato la pena capitale per coinvolgimento in attentati dinamitardi. Il 28enne è stato messo a morte ieri, con l’accusa di aver preso parte ad atti terroristici compiuti dal 1998 al 2002.
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di: Eseguita condanna a morte di uno dei due tibetani ritenuti coinvolti in attentati
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È stata eseguita la condanna a morte di Lobsang Dhondup, uno dei due tibetani a cui di recente le autorità cinesi avevano comminato la pena capitale per coinvolgimento in attentati dinamitardi. Il 28enne è stato messo a morte ieri, con l’accusa di aver preso parte ad atti terroristici compiuti dal 1998 al 2002.
Due di essi sono avvenuti nella regione di Ganzi, nei pressi del confine orientale con il Tibet, mentre l’altro è accaduto il 3 aprile 2002 nella piazza principale di Chengdu (capoluogo della provincia di Sichuan, Cina centro-meridionale).
Lobsang era stato arrestato nei pressi della piazza e non vi era nessuna evidenza o prova che fosse collegato a questo attentato. Un altro attentato, costato alla vita ad una persona, era avvenuto presso l''ufficio della polizia stradale di Kardze (Cin. Ganzi) il 3 ottobre 2001. Nel corso del primo dibattimento non era stata presentata alcuna prova del collegamento di Lobsang con l'attntato ma i magistrati sostengono che Dhondup aveva confessato la responsabilità delle azioni terroristiche. Anche per l’altro accusato, il 52enne Deleg Rinpoche, è prevista la pena di morte, ma gli è stata concessa una sospensione di 2 anni, prassi cinese che abitualmente comporta poi la commutazione in ergastolo. L’uomo continua a dichiararsi innocente.
All’indomani del pronunciamento delle due condanne a morte, avvenuta il 2 dicembre 2002, attivisti per i diritti umani, politici e organizzazioni umanitarie di tutto il mondo si sono mobilitate per chiedere l’annullamento della pena.
Il 18 dicembre il Parlamento italiano e nei giorni successivi anche l'Europarlamento avavano aderito alla mobilitazione in favore di due tibetani.
Il 6 genniao in un nastro uscito clandestinamente dal carcere, lama Deleg ha proclamato ulteriormente la sua innocenza. A due famosi avvocati cinesi, occupatisi negli anni scorsi di processi contro i dissidenti, la Corte ha negato la possibilità di patrocinio in quanto i due condannati avevano già degli avvocati d'ufficio.
Nelle scorse settimane la Cina aveva informato l'Unione Europea, tramite la Presidenza greca, che l'audizione (processo di appello) per Tenzin Deleg Rinpoche e Lobsang Dhondup era iniziato venerdì 11, ma non si poteva prevedere quando il verdetto sarebbe statoemesso poiché il caso era molto complesso.
Il giorno 24 gennaio l'Ambasciata USA a Pechino con un suo comunicato deplorava la severità delle sentenze e soprattutto criticava aspramente il governo di Pechino per aver omesso il caso nel corso colloqui avvenuti alla fine di dicembre fra USA e Cina sul tema dei Diritti Umani.
Mentre il primo dibattito è avvenuto pubblicamente, il caso in appello è stato esaminato a porte chiuse con la motivazione del "segreto di stato" che nella terminologia penale cinese indica la copertura delle fonti e delle prove.
Sembra che solo lama Deleg avese inoltrato appello, in ogni caso la Corte ha deliberato per entrambi gli imputati confermando per Lama Deleg la sospensione per due anni della pena e per Lobsang Dhondup decidendo per l'immediata esecuzione.
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