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Kashmir, storia di un conflitto

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Rassegna stampa curata saltuariamente da Marco Vasta


17/10/2002  Rilasciata la monaca Nawang Sangdrol, simbolo della lotta non violenta in Tibet


dal 17/10/2002 al 17/10/2002 Stato: Tibet

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Regione: - Dipartimento: -
Città: Lhasa - prigione di Drapchi
dove:Drapchi - Xizang Zizhiqu Di Yi Jianyu
Fonte:Associazione Italia Tibet

In Breve (lingua: Italiano )

Mentre il premier Jiang Zemin si prepara ad incontrare George Bush nel suo ranch texano, Nawang Sandrol è stata rilasciata sulla parola per motivi di salute. Nawang Sagdrol, nata nel 1977, è una giovane tibetana arrestata nel 1990 a tredici anni per reati di opinione e nuovamente nel 1992 all'età di quindici anni per aver gridato "Tibet libero". Incarcerata nella prigione di Drapchi, ha sempre tenuto fede ai propri ideali. In totale era stata condannata a 21 anni di carcere. Nawang Sangdrol ha raggiunto la sua famiglia dopo che le stata comunicata la decisione della Corte. Avrebbe finito di scontare la sua pena il 3 Novembre 2011. Ngawang Sangdrol è stata la detenuta politica con la pena più severa in Tibet.


Contenuto di: Rilasciata la monaca Nawang Sangdrol,

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ulla parola)

Mentre il premier Jiang Zemin si prepara ad incontrare George Bush nel suo ranch texano, Nawang Sandrol è stata rilasciata sulla parola per motivi di salute.
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Nawang Sagdrol, nata nel 1977, è una giovane tibetana arrestata nel 1990 a tredici anni per reati di opinione e nuovamente nel 1992 all'età di quindici anni per aver gridato "Tibet libero". Incarcerata nella prigione di Drapchi, ha sempre tenuto fede ai propri ideali. In totale era stata condannata a 21 anni di carcere. Nawang Sangdrol ha raggiunto la sua famiglia dopo che le stata comunicata la decisione della Corte. Avrebbe finito di scontare la sua pena il 3 Novembre 2011. Ngawang Sangdrol è stata la detenuta politica con la pena più severa in Tibet.

In tutto il mondo associazioni pro Tibet ed Amnesty International hanno per anni condotto una campagna in favore della sua liberazione. Le sue condizioni di salute destano preoccupazione e ci si aufura che le autorità cinesi le concedano ora il visto affinché possa essere curata in occidente. Nawang ha fin'ora trascorso metà della sua vita in carcere duro.

Il rilascio di Ngawang Sangdrol, monaca tibetana condannata a 21 anni e detenuta nella prigione di Drapchi a Lhasa, è stato oggi annunciato dalla Dui Hua Foundation. Il rilascio di Ngawang nove anni prima del previsto, viene valutato come un atto che rende più facile l'incontro fra Bush ed Jamg che compie negli Stati Uniti il suo ultimo viaggio come presidente. Il 16° congresso del PCC si apre a Pechino l'8 novembre prossimo e Jiang lascerà la carica per assumere quella di presidente dalla potentissima Commissione Centrale Miliare.


Cronologia di una detenzione

Ngawang Sangdrol, una monaca tibetana del monastero femminile di Garu, 5 Km a nord di Lhasa, era stata arrestata per la prima volta nel 1990, a 13 anni, per aver gridato slogan indipendentisti, ma in quell'occasione era stata rilasciata dopo nove mesi perché era troppo giovane per essere processata. Secondo la testimonianza di Palden Ghiatso, ex prigioniero politico, in quell'occasione era stata picchiata duramente, tanto da riportare danni permanenti ad entrambe le mani. Dopo il suo rilascio, sua madre morì, il padre venne arrestato, anch'egli per motivi politici, e le venne impedito, in quanto ex-prigioniera politica, di rientrare nel suo monastero.

Nel 1992 venne arrestata di nuovo per aver partecipato ad una manifestazione indipendentista non violenta, a Lhasa. Questa volta fu processata e condannata a tre anni di reclusione. L'anno successivo, mentre si trovava in detenzione nel famigerato carcere di Drapchi, incise di nascosto) assieme ad altre 13 compagne di detenzione, un'audio-cassetta con canzoni, poesie e slogan indipendentisti. La cassetta fu poi fatta uscire clandestinamente dal carcere e riprodotta in centinaia di copie fatte circolare per tutto il Tibet. Le quattordici monache furono condannate ad incrementi di pena, variabili fra i tre e nove anni.
A Ngawang Sangdrol furono comminati altre sei anni di detenzione portando la durata della sua condanna a nove anni.

In seguito Ngawang ha aderito alla protesta portata avanti da alcune delle detenute che consisteva nel rifiutarsi di fare le pulizie nel carcere, contro la campagna di rieducazione cui erano state sottoposte affinché riconoscessero l'incarnazione del Pancen Lama indicato dai cinesi. Nel corso di questa protesta aveva infranto alcune regole del regolamento carcerario.

Secondo un testimone, che ha chiesto di mantenere l'anonimato, Ngawang, insieme ad altre monache, Phuntsog Pema, Norzin e Damchoe Ghyaltsen, sarebbe stata violentemente picchiata da un gruppo dì soldati, dopo che avevano gridato "IL TIBET E' LIBERO", mentre erano obbligate a rimanere in piedi sotto la pioggia come punizione per non aver pulito la loro cella. Questo fatto sarebbe accaduto nel marzo 97, ma se ne è avuta notizia solo recentemente, dopo che un'altra monaca, ex detenuta, è riuscita a fuggire dal Tibet. Secondo un'altra monaca che si era recata a trovarla all'inizio del 1995, Ngawang si trovava in condizioni di estrema debolezza. Da notizie giunte nel 1997, ma che non hanno avuto ulteriori conferme, sarebbe confinata in una cella senza finestre e senza luce, e sarebbe sottoposta un regime di razioni alimentari ridotte.

Nel luglio 1996 è stata poi condannata ad una pena addizionale di nove anni perché non si è alzata in piedi all'entrata nella stanza di un ufficiale cinese e per non avere rifatto bene il suo letto, secondo quanto riportato da fonti tibetane attendibili. Questo fatto è avvenuto otto mesi dopo che il gruppo di lavoro dell'ONU sulle Detenzioni Arbitrarie aveva dichiarato la sua condanna illegale e ne aveva richiesto l'immediata scarcerazione.

Nel salutare la liberazione di Nawang Sangdrol, l'Associzione Italia Tibet si augura che le pressioni internazionali cpermettano ora di portare alla liberazione del più giovane detenuto, il piccolo Panchen Lama, scomparso a sei anni nel 1995 assieme alla sua famiglia. Di Choekyi Nyima, che nella gerarchia religiosa occupa il secondo posto dopo il Dalai Lama, non si hanno più avute notizie e si teme per la sua sorte.


Altri link: Prigionieri politici 
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