08/10/2002
L'anno di Gandhi per seminare la pace (lettera della Casa del Tibet sulla Gazzetta di Reggio)) |
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dal
08/10/2002 |
al
08/10/2002
| Stato: Italia |
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Regione: Emilia Romagna |
Dipartimento: - |
Città: |
Votigno (Casa del Tibet) |
dove: | - |
Fonte: | Associazione Italia Tibet |
In Breve
(lingua: Italiano
)
Come Casa del Tibet di Votigno di Canossa diciamo no alla guerra in Iraq perché siamo contro tutte le guerre, siamo contro l'uso della violenza e, ispirati da Gandhi e dal Dalai Lama, seguiamo la dottrina della non-violenza e facciamo ogni sforzo per creare la pace dentro e fuori di noi, con un lavoro di autocoscienza, di confronto, di dialogo, di attenzione verso la realtà del nostro pianeta.
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Contenuto
di: L'anno di Gandhi per seminare la pace
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Come Casa del Tibet di Votigno di Canossa diciamo no alla guerra in Iraq perché siamo contro tutte le guerre, siamo contro l'uso della violenza e, ispirati da Gandhi e dal Dalai Lama, seguiamo la dottrina della non-violenza e facciamo ogni sforzo per creare la pace dentro e fuori di noi, con un lavoro di autocoscienza, di confronto, di dialogo, di attenzione verso la realtà del nostro pianeta. La nostra strategia di pace è cercare di comprendere i perché della violenza per trasformarla in rispetto umano e per questo non solo diciamo no alla guerra, ma invitiamo tutti a seminare la pace, con un lavoro continuo, di tutti i giorni, reso più acuto e triste, oggi, dall'emergenza Iraq. La guerra, come fa un buon medico con la malattia, finisce quando vengono tolte le cause che la producono: la povertà, la sovrapopolazione, le disuguaglianze, le droghe, le dittature, le ideologie di potere, le religioni mal interpretate, le economie aggressive, la scienza guidata dal profitto, le spese enormi per armamenti... e il tutto alimentato dall'ignoranza dell'uomo, ignoranza non come mancanza di cultura o di educazione, ma ignoranza come perverso concetto di egoismo che cerca sempre il proprio benessere a scapito di altre vite umane. Una visione terribile, antica come l'uomo, ma lontana da una semplice verità: distribuendo la gioia, l'armonia di vivere, la libertà di giudicare, decidere e amare, si crea intorno un clima di gioia contagioso, personale ed universale. Aiutare e capire gli altri, rispettare ed amare l'umanità dare felicità al tutto ed essere felici noi, qui e adesso. Non sono ideali utopistici, sono esperienze di vita alla portata di tutti che potenziano la nostra azione positiva, medicina, come dice il Dalai Lama contro i veleni della violenza fisica, psicologica, economica che sembrano governare il mondo e portarlo alla deriva. Mai come adesso, con la capacità tecnologica sviluppatissima, la violenza può essere devastante fino alla distruzione del pianeta e mai come adesso una visione di pace è fondamentale. Mai come adesso siamo chiamati ad agire. Perché pace e la guerra non sono solo affari dei potenti della terra, il delicato seme della pace è anche nelle nostre mani: deve mettere radici dentro di noi, per fiorire nel mondo e ha bisogno, per diventare forte, di grandi, continue attenzioni. Dobbiamo proteggerlo dalle avversità, da chi lo calpesta, se vogliamo farlo diventare un albero che sfida l'uragano e dona riparo e frutti alle creature dell'aria e della terra. E' per questo sogno-certezza che diciamo no alla guerra, per non vedere le nostre lacrime di compassione sui volti di altri fratelli e lavoriamo per conquistare questa vetta di pace con uno sforzo di analisi, di azione e di meditazione continuo, mistico e terreno. Per questo, come spunto concreto, abbiamo proposto che il Coordinamento della pace reggiano, diventi in futuro, da adesso, al di là di questa emergenza Iraq, uno strumento sempre attivo per analizzare e debellare le guerre e lanciare progetti di pacificazione e di solidarietà. Dalla Casa del Tibet, inoltre, parte un altro progetto che vogliamo condividere: un anno di attività con mostre, incontri, confronti, dedicato a Gandhi, la grande anima della pace, per parlare a tutti di non-violenza, di dialogo, di comprensione reciproca, di amore universale. Insieme.
Stefano Dallari Presidente Casa del Tibet Votigno di Canossa
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lunedì 05 maggio 2003
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