13/01/2004
Dure condizioni per il rientro rifugiati nepalesi in Bhutan |
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13/01/2004 |
| Stato:
Nepal |
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Regione: - | Dipartimento: - |
Città: | Khudunabari |
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Dove: | - |
Fonte: | MISNA Missionary Service News Agency |
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Rabbia e sconcerto ha causato tra i rifugiati bhutanesi nel campo di Khudunabari (Nepal orientale) una visita di funzionari provenienti dal Bhutan, che hanno elencato una serie di condizioni per il rientro in patria dei profughi, previsto a partire dal mese prossimo.
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Originale: Dure condizioni per rientro rifugiati nepalesi in Bhutan
(lingua: Italiano
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Rabbia e sconcerto ha causato tra i rifugiati bhutanesi nel campo di Khudunabari (Nepal orientale) una visita di funzionari provenienti dal Bhutan, che hanno elencato una serie di condizioni per il rientro in patria dei profughi, previsto a partire dal mese prossimo. Ne dà notizia il bollettino quindicinale del Jrs (Jesuit Refugee Service, Servizio dei gesuiti per i rifugiati). Ricordando che da tempo è stato deciso il rimpatrio dei circa 12.000 profughi del campo di Khudunabari (una parte dei 100mila bhutanesi fuggiti dal proprio Paese a partire dai primi anni Novanta), il Jrs sottolinea che questi ‘ospiti’ erano stati divisi in quattro categorie da una équipe congiunta incaricata del processo di verifica. Ne era risultato che solo 293 persone su 12.000 erano state considerate rifugiati ‘in buona fede’, quindi liberi di tornare in Bhutan e risiedervi senza problemi né condizioni. Oltre il 70 per cento dei rifugiati a Khudunabari era invece rientrato nella categoria degli "emigrati di propria volontà". Il Jrs precisa che il 22 dicembre scorso i funzionari bhutanesi hanno spiegato ai rifugiati le condizioni per il rientro in Bhutan degli "emigrati volontari", suscitando critiche e contestazioni tra gli astanti. In particolare, i rappresentanti del piccolo regno himalayano hanno affermato che, dopo il loro ritorno, questi profughi saranno ospitati in campi speciali e un componente di ciascuna famiglia otterrà un lavoro (forse nella costruzione di strade) per sostenere il nucleo familiare. I rifugiati dovranno però sottoporsi a una sorta di periodo di prova di due anni, durante il quale saranno tenuti a presentare richiesta per riottenere la cittadinanza bhutanese. Per averla, dovranno comunque dimostrare di parlare la lingua ‘dzongkha’. Inoltre non verrà assegnata la cittadinanza a coloro che "parlano contro il re, il Paese e il popolo del Bhutan" o a chi lascia la nazione durante il ‘periodo di prova’. La delegazione bhutanese in visita in Nepal ha inoltre sostenuto che quei rifugiati inseriti a suo tempo nella categoria dei ‘criminali’ – classificazione già fonte di numerose polemiche nei mesi scorsi – saranno consegnati alla polizia del Bhutan una volta tornati in patria, mentre le loro famiglie saranno indirizzate verso campi speciali. |
Consulta anche: | Aide au Zanskar - Aiuto allo Zanskar |
Originale: | Dure condizioni per rientro rifugiati nepalesi in Bhutan |
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