Originale: "Quale futuro per il Tibet, quale futuro per la causa tibetana" - Convegno Associazione di Comuni, Province e Regioni per il Tibet (lingua: Italiano
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Impegno per il Tibet Con il titolo "Quale futuro per il Tibet, quale futuro per la causa tibetana" l’Associazione di Comuni, Province e Regioni per il Tibet ha tenuto una conferenza stampa a Palazzo Lascaris nella mattinata di lunedì 7 luglio, con la partecipazione di: Giampiero Leo assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Olivier Dupuis eurodeputato Radicali, Gianni Vernetti deputato e coordinatore regionale della Margherita e presidente dell’Intergruppo Tibet del Parlamento Italiano, Laura Cima deputata Verdi e membro della Commissione Esteri, Claudio Tecchio CISL Piemonte e Comitato Esecutivo "International Tibet Support Network", Bruno Mellano consigliere regionale Radicali e coordinatore dell’Associazione di Comuni, Province e Regioni per il Tibet. "Il nostro incontro - ha sottolineato Mellano - si svolge in occasione di una ricorrenza particolare in quanto oggi scade il termine di 3 anni decorso il quale la Risoluzione del Parlamento Europeo approvata il 6 luglio 2000, invitava i Governi degli Stati membri a esaminare seriamente la possibilità di riconoscere il governo tibetano in esilio come legittimo rappresentante del popolo tibetano, qualora le autorità di Pechino non avessero raggiunto un accordo relativo ad un nuovo Statuto per il Tibet, mediante negoziati con il Dalai Lama organizzati sotto l’egida del Segretario Generale delle Nazioni Unite". In seguito a tale Risoluzione, numerose associazioni pro Tibet, tra cui quella costituitasi il 9 marzo 2002 presso il Consiglio regionale del Piemonte, hanno deciso di intraprendere una mobilitazione rivolta a tutti gli Enti locali chiedendo loro di approvare ordini del giorno analoghi a quello adottato dal Parlamento europeo e di esporre la bandiera tibetana, nelle sedi istituzionali, fino a quando il Tibet non abbia suo Status di autonomia. Allo scadere del termine la Cina afferma che oggi i canali di comunicazione col Dalai Lama sono aperti, funzionano bene, confermando che tra le due parti è in corso un dialogo preliminare dopo un decennio di gelo. "A tal proposito - ha aggiunto Mellano - una delegazione del Dalai Lama, guidata da Lodi Gyaltsen Gyari, ha compiuto quest’anno due viaggi in Cina, i componenti sono stati accolti come concittadini tibetani ed hanno visitato luoghi sacri buddisti in diverse Province, tra cui il Tibet. Tuttavia, a fronte di questa timida apertura, non si è instaurato un negoziato e continuano le notizie di arresti e condanne per attività separatiste a carico di tibetani. Il problema che si pone oggi per i gruppi di supporto della causa tibetana è che un satyagraha mondiale per il Tibet, vale a dire l’estrema politicizzazione non violenta della questione tibetana, torni ad essere oggetto di discussione all’interno ed all’esterno della leadership tibetana". Vernetti ha ricordato che "la risoluzione approvata all’unanimità dalla Camera dei deputati il 9 ottobre scorso richiede l’avvio di negoziati diretti tra Repubblica popolare cinese, Dalai Lama e governo tibetano in esilio, allo scopo di raggiungere una vera autonomia per il Tibet all’interno dei confini della Repubblica popolare cinese, nella quale le varie forme di libertà ed i diritti umani siano rispettati. Tale documento crea le condizioni favorevoli perché l’Italia, durante il semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea, a nome di tutti i partner europei, richiami la Cina al rispetto dei diritti umani". E la necessità di questo impegno è stata condivisa e ribadita da tutti gli esponenti intervenuti all’incontro.