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19/06/2003
Parlamento Italiano - Iniziative a favore di 18 rifugiati tibetani arrestati dalle autorità del Nepal


19/06/2003 Stato: Italia

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Regione: LazioDipartimento: -
Città:Roma
Tibetani deportati in Tibet - Interrogazione urgente al Ministro degli Affari Esteri

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Dove:Palazzo Montecitorio
Fonte:Associazione Italia Tibet
In breve:

Le gravi violazioni del diritto interno e di convenzioni internazionali ravvisate nel comportamento della autorità nepalesi, hanno provocato dure proteste dell'Alto commissariato per i rifugiati, nonché, a livello bilaterale, degli Stati Uniti e della Germania che hanno ambasciate in loco. Nel merito dell'accaduto, la Presidenza dell'Unione europea, per conto dei paesi membri ed associati, ha pronunciato una dichiarazione di condanna per le violazioni dei principi umanitari e del diritto internazionale in materia di asilo e protezione dei rifugiati da parte delle autorità nepalesi.
Da parte nostra, insieme agli altri partner comunitari, abbiamo sollecitato questo passo di protesta nei confronti delle autorità nepalesi, ritenendolo lo strumento più efficace per favorire una più ampia reazione dell'Unione europea sulla vicenda.


Originale: Parlamento Italiano - Iniziative a favore di 18 rifugiati tibetani arrestati dalle autorità del Nepal
(lingua: Italiano )
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Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 326 del 19/6/2003

...
(Iniziative a favore di 18 rifugiati tibetani arrestati dalle autorità del Nepal - n. 2-00795)
PRESIDENTE. Per un accordo intervenuto tra i colleghi, la cui cortesia e il senso di collaborazione sono noti, passiamo all'interpellanza dell'onorevole Vernetti.
L'onorevole Vernetti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00795 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 8).

GIANNI VERNETTI. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, senatore Ventucci, ha facoltà di rispondere.

COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il Ministero degli esteri ha seguito con estrema attenzione la vicenda dei 18 tibetani espulsi dal territorio nepalese e rimpatriati forzatamente in Cina. Dei 18 tibetani, ben 8 erano minori. Finora nella maggioranza dei casi gli immigrati clandestini tibetani, che attraversano il Nepal per recarsi in India, avevano evitato sia il carcere, attraverso il pagamento di multe o cauzioni prima del processo, che la successiva deportazione nel paese di provenienza. Solo in qualche caso in passato ciò non era avvenuto: infatti, nel giugno 1995, trentanove immigrati sarebbero stati rimpatriati in Tibet, senza però che ci fosse una diretta azione di pressione in questo senso da parte cinese.
Più recentemente, il pagamento delle multe da parte di organizzazioni non governative si è rivelato uno strumento non più utilizzabile, a causa di difficoltà di rapporto di queste ultime con la polizia nepalese. Per questa ragione, il gentlemen's agreement tra Governo nepalese e l'Alto commissariato per i rifugiati, che prevedeva la facilitazione del transito in Nepal
di rifugiati diretti verso le comunità tibetane residenti in India, come auspicato da alcune associazioni pro Tibet, avrebbe cessato di funzionare. Nel caso dei 18 deportati i tentativi di una organizzazione non governativa di assistenza ai tibetani di pagare le multe per loro conto, sarebbero falliti per l'intervento dell'ambasciata cinese, che ne avrebbe chiesto l'espulsione.
Le gravi violazioni del diritto interno e di convenzioni internazionali ravvisate nel comportamento della autorità nepalesi, hanno provocato dure proteste dell'Alto commissariato per i rifugiati, nonché, a livello bilaterale, degli Stati Uniti e della Germania che hanno ambasciate in loco. Nel merito dell'accaduto, la Presidenza dell'Unione europea, per conto dei paesi membri ed associati, ha pronunciato una dichiarazione di condanna per le violazioni dei principi umanitari e del diritto internazionale in materia di asilo e protezione dei rifugiati da parte delle autorità nepalesi.
Da parte nostra, insieme agli altri partner comunitari, abbiamo sollecitato questo passo di protesta nei confronti delle autorità nepalesi, ritenendolo lo strumento più efficace per favorire una più ampia reazione dell'Unione europea sulla vicenda. La pubblica dichiarazione emessa dalla Presidenza di turno della UE condanna, infatti, senza mezzi termini, l'operato del Governo nepalese, stigmatizzandolo come una chiara violazione di principi di diritto umanitario universalmente riconosciuti e ricordando opportunamente che il rispetto delle norme internazionali e dei diritti umani rappresenta uno dei pilastri fondamentali della cooperazione tra l'Unione stessa e il Nepal. D'altronde, tale principio viene fatto valere nel più generale contesto dei rapporti dell'Unione europea con tutti i paesi in via di sviluppo suoi partner. Analogo richiamo era stato in precedenza espresso dallo stesso Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite.
Il comportamento delle autorità nepalesi nella vicenda può infatti senz'altro configurarsi come una evidente violazione del diritto internazionale umanitario in materia di asilo e protezione dei rifugiati, in particolare per quanto concerne il principio secondo cui uno Stato non può procedere all'espulsione di uno straniero chiedente asilo prima che la sua richiesta sia stata istruita e la sua posizione definita.
Tale principio, noto come non refoulement, non solo è recepito nella Convenzione di Ginevra sulla protezione dei rifugiati del 1951, di cui peraltro il Nepal non è firmatario, ma è ormai considerato come una norma generale di diritto internazionale umanitario, cui in passato lo stesso Governo nepalese si era puntualmente conformato.

PRESIDENTE. L'onorevole Vernetti ha facoltà di replicare.

GIANNI VERNETTI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Ventucci ed esprimo parole di apprezzamento nei confronti dell'Unione europea e anche del nostro Governo che ha prontamente reagito a questo caso, relativo ad una violazione inaccettabile di tutte le norme in materia di diritto d'asilo, ripetutamente violate nei confronti dei rifugiati tibetani.
Voi sapete che l'India accoglie oltre centomila rifugiati tibetani - vi è ormai una consuetudine in questo senso da parte di quel paese - e il Nepal è tradizionalmente usato come paese di transito per facilità geografica.
Colgo l'occasione di questa interpellanza urgente per ricordare come la risoluzione approvata all'unanimità dalla Camera dei deputati il 9 ottobre scorso crei le condizioni favorevoli affinché, durante il semestre italiano di Presidenza dell'Unione europea, l'Italia faccia sentire la sua voce - a nome di tutti i partner europei - durante il summit Cina-Unione europea che si terrà quest'autunno.
Bisogna prendere spunto da queste violazioni - alle quali si possono accompagnare numerosissimi altri episodi verificatisi all'interno dei confini della Repubblica popolare cinese - per richiamare questo paese, nel quale vive un quinto della popolazione mondiale e nel quale democrazia, libertà e diritti fondamentali vengano continuamente negati e violati.
Dobbiamo utilizzare positivamente questo semestre per richiamare la Cina alle proprie responsabilità nel campo del rispetto dei diritti umani; dobbiamo pretendere l'avvio di negoziati diretti fra Repubblica popolare cinese, Dalai Lama e Governo tibetano in esilio come, tra l'altro, ha chiesto all'unanimità la Camera dei deputati. Ciò, con l'obiettivo - come ricordavamo e come abbiamo dichiarato nella nostra risoluzione votata all'unanimità - di raggiungere una vera autonomia per il Tibet all'interno dei confini della Repubblica popolare cinese, nella quale libertà religiosa, libertà politica, libertà di culto, libertà di associazione, libertà di parola, libertà di poter vivere coltivando le proprie tradizioni e la propria lingua siano pienamente rispettate.
Apprezzando la posizione del Governo credo si possa fare di più nel quadro degli impegni assunti da questa Camera e con l'opportunità che ci viene concessa dal semestre di presidenza italiano.

Consulta  anche:Gruppo Interparlamentare Italia Tibet 
Originale:Parlamento Italiano - Iniziative a favore di 18 rifugiati tibetani arrestati dalle autorità del Nepal 

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