06/06/2004
Dalai Lama, lezione di pace - Incontro Dalai Lama e Veltroni |
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dal
06/06/2004 |
al
06/06/2004
| Stato: Italia |
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Regione: Lazio |
Dipartimento: - |
Città: |
Roma |
dove: | Palazzo dell'Architettura |
Fonte: | Corriere della Sera |
In Breve
(lingua: Italiano
)
Mentre passeggia davanti alle suggestive fotografie sul Tibet di Fosco Maraini, il Dalai Lama dice: «Sono per una transizione morbida in cui vengono rispettate l’autonomia del paese, le culture e le religioni. Non sono un separatista». È circondato da monaci buddisti, da gente, con le sciarpe bianche in mano, che aspetta la benedizione. Circa dieci giorni fa la Cina si è espressa con durezza sul Tibet in un documento chiamato «White paper», (carta bianca) dove ribadisce che non esiste trattativa possibile perché non esiste il problema.
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di: Dalai Lama, lezione di pace
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Dalai Lama, lezione di pace
Chi la difende non può usare mezzi violenti. Il sindaco: «Sostegno al Tibet»
L’incontro fra il sindaco Walter Veltroni e Sua Santità il Dalai Lama, che si è svolto all’Acquario romano, sede della casa dell’architettura, prima di inaugurare la mostra «Viaggio a Oriente», è durato più a lungo del previsto. Secondo Veltroni i movimenti per la pace non possono usare modi e parole violenti. Mentre passeggia davanti alle suggestive fotografie sul Tibet di Fosco Maraini, il Dalai Lama dice: «Sono per una transizione morbida in cui vengono rispettate l’autonomia del paese, le culture e le religioni. Non sono un separatista». È circondato da monaci buddisti, da gente, con le sciarpe bianche in mano, che aspetta la benedizione. Circa dieci giorni fa la Cina si è espressa con durezza sul Tibet in un documento chiamato «White paper», (carta bianca) dove ribadisce che non esiste trattativa possibile perché non esiste il problema. Veltroni rivolgendosi alla folla che sostava nel giardino, dalla terrazza dell'Acquario, ha detto: «Vogliamo che Lei senta quanto è forte a Roma il sostegno per l’autonomia del Tibet, per una soluzione che corrisponda all’esigenza e all’aspettativa del suo popolo. Gli uomini e le donne di questa città sono al suo fianco in questa battaglia di diritti e di giustizia». Sua Santità risponde ringraziando: «Il Sindaco conosce bene il mio pensiero sulla questione tibetana, e ciò gli permetterà di darci il sostegno per la causa non pro Tibet ma pro giustizia. Mi incoraggia, e questo mi fa pensare che è una causa giusta». Sempre rivolgendosi alle persone che lo ascoltano in silenzio, con il sorriso sulle labbra, parlando del tema che gli è caro, quello della pace dice: «Nessuno vuole la violenza perché provoca sofferenza, dolore, la pace non è una cosa che si ottiene pregando. La pace si ottiene prima di tutto generandola all’interno di sé e poi diffondendola intorno a noi: in famiglia, nella comunità dove viviamo, nella nostra città». Il Dalai Lama riconosce nella folla un vecchio amico americano, l’ambasciatore Frederick Vreeland il cui figlio Nicky è un monaco buddista tibetano e lo abbraccia. E chiede notizie di Nicky. Sul terrorismo cosa dice Sua Santità? «Sono contrario alle forme di violenza in Iraq. Solo fra qualche anno si saprà l’esito della guerra. E i terroristi? Bisogna cercare di convincerli». Ludina Barzini Cronaca di Roma
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lunedì 05 maggio 2003
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