08/01/2004
Film tibetano scuote l’immagine di ‘Shangri-La’ |
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E’ il giovane volto arrabbiato degli esiliati Tibetani in India, che tenta di abbattere lo stereotipo che considera i Tibetani solo dei monaci amanti della pace. ‘Non Siamo Monaci’ è un film radicale Anglo-Tibetano che, secondo Dhondup, si distacca dall’immagine ‘Shangri-La’ che Hollywood ha riservato all’identità Tibetana.
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Film Tibetano scuote l’immagine ‘Shangri-La’ di Soutik Biswas BBC correspondent in Delhi Jan 8, 2004, 18:59, traduzione a cura di Selene La Franca E’ il giovane volto arrabbiato degli esiliati Tibetani in India, che tenta di abbattere lo stereotipo che considera i Tibetani solo dei monaci amanti della pace. Pema Dhondup ha realizzato il primo film che esplora il di scontento tra i giovani esiliati Tibetani. ‘Non Siamo Monaci’ è un film radicale Anglo-Tibetano che, secondo Dhondup, si distacca dall’immagine ‘Shangri-La’ che Hollywood ha riservato all’identità Tibetana. E’ la storia di quattro scontenti giovani rifugiati Tibetani che vengono catapultati in una ‘missione violenta per la libertà del Tibet’. Le forze Cinesi presero il controllo del Tibet nel 1959 e Pechino insiste che il Tibet fa parte della Cina. La ‘missione’ porta i quattro esiliati alla capitale Indiana Delhi, dove uno di loro diventa una bomba umana che ucciderà un diplomatico Cinese. Violenza e vizi Il 37enne Pema Dhoundup, che ha studiato cinematografia in una rinomata scuola Americana grazie ad una borsa di studio ‘Fulbright’, è un esiliato di seconda generazione. Il film cerca di sfidare gli stereotipi Tibetani Vive a Dharamsala, la città nell’India del Nord che ospita il Governo Tibetano in esilio con il Dalai Lama, leader temporale e spirituale dei Tibetani. Dhondup dice che i giovani esiliati stanno diventando ‘confusi e disillusi’ dal lento progresso per riconquistare la loro patria. ‘Io ho una visione schietta. Nessuno farà niente per noi a meno che non saremo noi stessi a farlo’ ha rivelato Dhondup alla BBC News Online. ‘Non-violenza non significa non-azione. La causa Tibetana non sta facendo progressi e risulta necessario un approccio diverso. Dhondup ritiene inoltre che l’immagine dei Tibetani come ‘monaci amanti della pace’ è in difetto. ‘Ci sono Tibetani molto comuni che si arrabbiano, hanno vizi ordinari. Se un domani ricorressero alla violenza come espressione, non dovreste rimanerne sorpresi’. Il regista, che ama guardare I film di Akira Kurosawa, David Lean, Quentin Tarantino e Martin Scorsese, dice che il titolo del film parla da sè. Dalai Lama ‘Non Siamo Monaci’ è uno scostamento dai film sul Tibet da grosso budget con grandi star, quali Kundun e Sette Anni in Tibet. Per prima cosa lo staff di 100, che include circa 40 attori, ha lavorato gratis –la maggior parte di loro non aveva mai recitato davanti ad una telecamera. Il borsista Fulbright Pema Dhoundup ha imparato cinematografia negli USA Il cast include il ‘cattivo’ di Bollywood Gulshan Grover, che veste i panni di un poliziotto. Grover ha letto il copione ed ha accettato a rinunciare al suo compenso per il film, portando addirittura il suo costume da Bombay. "Abbiamo perfino prelevato uno sconosciuto dalla strada per una comparsa! Ho fatto lo stesso con mia madre” confessa Dhondup. Questo spiega l’insignificante budget del film: Rs 3.000.000 (€ 55.000). Dhondup ha intrecciato la finzione con la vita reale, riprendendo la folla ed includendo anche una scena che mostra il convoglio del Dalai Lama che attraversa la città. Attentati suicidi Il regista rappresenta la giovane comunità Tibetana che è scontenta dal modo in cui è considerata dal mondo. “Durante una festa tra studenti in America stavo mangiando del pollo e sorseggiando del vino quando un’amica strilla: ‘Guardate, Pema sta mangiando la carne! E’ un Tibetano!’” ricorda. ‘Ero scioccato. Dovetti spiegarle che c’erano anche molte altre cose che facevo. Penso che qualcuno debba raccontare storie dei Tibetani comuni che non sono monaci e hanno desideri comuni’.
Questo è esattamente ciò che Dhondup si è imposto di fare con questo film. Adesso sta lavorando su una sceneggiatura di un leggendario re Tibetano che fonde magia e filosofia. Ma prima di produrre il suo ‘Signore Degli Anelli’ Tibetano, Dhoundup porterà il suo film in giro per il mondo. Vuole argomentare il fatto che molti Tibetani sono pronti ad azioni radicali per la loro patria. La sua giustificazione della violenza è molto lontana dalla visione del Dalai Lama –il leader spirituale Tibetano condanna la violenza e predilige il dialogo come soluzione al problema del Tibet. Ci sono 1.300.000 rifugiati Tibetani in India.
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lunedì 05 maggio 2003
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