04/12/2003
PECHINO SMENTISCE L’AVVIO DI NEGOZIATI CON IL DALAI LAMA |
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04/12/2003 |
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04/12/2003
| Stato: Cina |
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Fonte: | Associazione Italia Tibet |
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(lingua: Italiano
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Nel corso di una conferenza stampa, Zhuang Congsheng, un alto funzionario del Fronte Unito del Lavoro, l’organizzazione che ha ospitato i due inviati del Dalai Lama in occasione della loro visita in Cina lo scorso maggio 2003, ha definito “fuorvianti” le voci dell’avvio di “negoziati” con Dharamsala. “Che io sappia – ha affermato – non vi è stato, in questi anni, alcun incontro formale con emissari del Dalai Lama.
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Nel corso di una conferenza stampa, Zhuang Congsheng, un alto funzionario del Fronte Unito del Lavoro, l’organizzazione che ha ospitato i due inviati del Dalai Lama in occasione della loro visita in Cina lo scorso maggio 2003, ha definito “fuorvianti” le voci dell’avvio di “negoziati” con Dharamsala. “Che io sappia – ha affermato – non vi è stato, in questi anni, alcun incontro formale con emissari del Dalai Lama. Alcuni compatrioti tibetani in visita privata nella regione hanno avuto alcuni “contatti” con il mio Dipartimento in seguito ai quali è circolata la voce dell’avvio di negoziati con il governo cinese. Ritengo che quei compatrioti non avessero titoli per dare inizio a colloqui ufficiali tra mio governo e il Dalai Lama con il quale, del resto, sono aperti alcuni canali di comunicazione”. Zhuang ha inoltre ripetuto le ormai ben note condizioni indispensabili all’avvio di negoziati tra le due parti: la rinuncia all’indipendenza e il riconoscimento del Tibet quale parte inalienabile del territorio cinese. Il 23 novembre 2003, lo stesso premier cinese Wen Jiabao, prossimo alla partenza per la sua prima visita ufficiale negli Stati Uniti, aveva dichiarato: “Abbiamo preso nota delle recenti dichiarazioni del Dalai Lama ma dobbiamo valutare attentamente le sue mosse. Quando smetterà davvero di chiedere l’indipendenza e riconoscerà pubblicamente l’appartenenza del Tibet e di Taiwan alla Cina, potremo riavviare i contatti. Le porte di comunicazione tra il governo centrale cinese e il Dalai Lama sono spalancate”. Nel commentare queste parole, Mary Beth Markey, direttore esecutivo di International Campaign for Tibet, ha affermato che il Dalai Lama ha ripetutamente espresso in modo inequivocabile la sua posizione e che le considerazioni di Wen Jiabao gettano seri dubbi sulla reale sincerità della Cina a continuare il dialogo. “La leadership cinese – ha affermato – o mente o non conosce il pensiero del Dalai Lama. Soltanto nuovi colloqui diretti potranno chiarire le reali intenzioni di Pechino”. La visita del premier cinese negli Stati Uniti e in Canada, iniziata il 7 dicembre con l’arrivo a New York, è stata accompagnata da numerose manifestazioni di protesta da parte di centinaia di tibetani che a gran voce hanno chiesto a Wen Jiabao libertà per il loro paese e giustizia per Tenzin Delek Rinpoche. |
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lunedì 05 maggio 2003
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