Documento approvato al termine dei lavori della Conferenza Europea dei Parlamentari per il Tibet. Nei prossimi giorni vi trasmetteremo la traduzione italiana del testo. ====================
RISOLUZIONE ADOTTATA DALLA CONFERENZA PARLAMENTARE EUROPEA SUL TIBET. Bruxelles, 14-15 Novembre 2002
I partecipanti alla conferenza parlamentare Europea sul Tibet, che comprendeva membri del Parlamento Europeo e dei parlamenti nazionali degli stati membri dell’Unione Europea e di stati candidati, come la Svizzera, rappresentanti dei gruppi di sostegno alla causa tibetana e Organizzazioni Non Governative, riuniti a Bruxelles il 14 e 15 Novembre per discutere della la situazione in Tibet*, all’unanimità:
1. Deplorano la continua violazione dei diritti del popolo tibetano da parte del Governo della Repubblica Popolare Cinese (PRC);
2. Accolgono con favore i consistenti sforzi di Sua Santità il Dalai Lama e del Governo Tibetano in Esilio per prevenire la violenza ed arrivare ad una pacifica soluzione politica della tragica situazione in Tibet;
3. Guardano con favore ai rinnovati contatti tra il Governo della Repubblica Popolare Cinese e gli inviati di S.S. il Dalai Lama in Cina ed in Tibet nel Settembre 2002;
4. Accolgono con favore il rilascio quest’anno di alcuni prigionieri politici tibetani, tra i quali Takna Jigme Sangpo e Ngawang Sangdrol;
5. Si congratulano con Hu Jintao per la sua nomina a Segretario Generale del Partito Comunista Cinese e lo esortano ad intraprendere, senza ulteriori indugi, iniziative decise per risolvere la questione sino-tibetana attraverso negoziati;
6. Riaffermano l’importanza del pieno rispetto dei diritti umani del popolo tibetano, ed in particolare dell’assicurare l’applicazione del diritto del popolo tibetano all’autodeterminazione;
7. Approvano l’invito rivolto a S.S. il Dalai Lama a parlare al Parlamento Europeo il 24 Ottobre 2001, e concordano con la dichiarazione e le affermazioni da lui fatte in quella occasione;
8. Esprimono preoccupazione per l’assenza di una coerente ed efficace politica europea per il Tibet che assicuri il rispetto dei diritti del popolo tibetano e promuova una soluzione politica della questione sino-tibetana;
9. Si rammaricano che il dialogo dell’Unione Europea (UE) con la Repubblica Popolare Cinese sui diritti umani non abbia avuto ancora un effetto significativo sulla situazione in Tibet;
10. Si dichiarano convinti dell’importanza di assicurare pace e stabilità in Tibet e nelle regioni limitrofe, e dei pericoli per l’intera regione e oltre di un fallimento a questo riguardo;
11. Si dichiarano inoltre convinti che la UE e i parlamenti ed i governi nazionali possano e debbano sviluppare un’efficace politica mirata a determinare una rapida e sostenibile soluzione politica della situazione sino-tibetana;
12. Richiamano le risoluzioni del Parlamento Europeo del 15 Gennaio 1998 e 11 Aprile 2002 che invitavano il Consiglio e la Commissione a nominare un Rappresentante Speciale dell’Unione Europea per la Questione Tibetana;
13. Notano con grande soddisfazione che il titolare dell’analoga posizione nel Governo degli Stati Uniti – il “U.S. Special Coordinator for Tibetan Issues” – è stato di valido aiuto nel condurre una fattiva e coerente politica per il Tibet da parte del governo americano verso la RPC ed il Governo Tibetano in Esilio;
14. Pienamente consapevole dell’impatto positivo dell’opera dello “U.S. Special Coordinator for Tibetan Issues”;
6. Richiamando la risoluzione del Parlamento dell’Unione Europea del 6 Luglio 2000, che prendeva in considerazione il riconoscimento formale del Governo Tibetano in Esilio come legittimo rappresentante del Tibet e del popolo tibetano qualora nessun accordo fosse stato raggiunto entro il 6 Luglio 2003, tra il Governo della RPC ed il Governo Tibetano in Esilio su un nuovo status del Tibet accettabile per il popolo tibetano;
7. Ricordando le recenti risoluzioni sul Tibet approvate dai parlamenti nazionali, inclusa la risoluzione sul Tibet approvata dalla Camera dei Deputati del Parlamento Italiano il 9 Ottobre 2002;
8. Convinti dell’importanza di prendere una posizione di principio nelle diverse sedi istituzionali, ed in particolare presso le Nazioni Unite, riguardo alla situazione in Tibet, compresa quella dei diritti umani;
9. Egualmente convinti che un’attività costante, che comprenda il sostegno a risoluzioni sulla situazione in Tibet presso la Commissione dei Diritti Umani alle Nazioni Unite (UNCHR) non sia ininfluente o incompatibile con il perseguimento di un dialogo con la RPC sui diritti umani e possa invece contribuire a rendere il dialogo efficace;
Perciò,
1. Sollecitiamo il Consiglio e la Commissione dell’Unione Europea ad applicare le risoluzioni del Parlamento Europeo sul Tibet , e a nominare senza indugi un Rappresentante Speciale per la Questione Tibetana, modellato, con le appropriate modifiche, sull’analoga carica americana di “US Special Coordinator for Tibetan Issues”, con il mandato di assistere gli stati membri dell’Unione Europea e gli stati aspiranti membri nello sviluppo e nell’applicazione di una efficace politica europea sul Tibet, con particolare attenzione alla promozione di tempestivi e proficui negoziati volti ad una giusta e durevole soluzione della grave situazione in Tibet;
2. Chiediamo alla UE e a tutti i governi europei di usare ogni opportunità per esprimere con forza al Governo della RPC la necessità di ristabilire contatti con i rappresentanti di S.S. il Dalai Lama e di avviare immediatamente proficui e sinceri negoziati al fine di trovare una giusta e duratura soluzione politica;
3. Chiediamo al Parlamento Europeo e ai parlamenti nazionali dei paesi europei di avviare le appropriate procedure per il riconoscimento del Governo Tibetano in Esilio come legittimo rappresentante del Tibet e del popolo tibetano se, entro il 6 Luglio 2003, non sarà stato raggiunto alcun soddisfacente accordo politico tra il Governo della RPC ed il Governo Tibetano in Esilio che stabilisca un nuovo status per il Tibet;
4. Chiediamo alla UE di mantenere l’attuazione del proprio dialogo sui diritti umani con la RPC sotto regolare osservazione in accordo con i parametri concordati e di stabilire un segretariato permanente, responsabile della conduzione effettiva di tale dialogo in futuro;
5. Sollecitiamo i governi europei , il Consiglio e la Commissione della UE a riconsiderare il loro recente atteggiamento nei confronti dell’ approvazione presso la Commissione ONU per i Diritti Umani (UNCHR) di risoluzioni sulla situazione in Cina ed in Tibet, ed a perseguire attivamente ed a sostenere tali risoluzioni nella prossima sessione della UNCHR e nelle successive, ed in particolare sollecitiamo la UE TROIKA ad assumere un ruolo di leadership a questo riguardo nel 2003, 2004 e 2005;
6. Chiediamo alla UE e ai governi nazionali dei paesi membri di sollevare la questione del diritto del popolo tibetano all’autodeterminazione nella III Commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella prossima seduta e nelle successive,
7. Chiediamo il rilascio da parte della Repubblica popolare Cinese di tutti i prigionieri politici tibetani, compreso il tredicenne Panchen Lama, Gedhun Choekyi Nyima, che è in prigionia dal Maggio 1995,
8. Chiediamo al Parlamento Europeo, ai parlamenti nazionali e alla Commissione ed al Consiglio della UE di controllare attivamente se il trattamento dei tibetani da parte delle autorità della RPC sia influenzato dal privilegio accordato alla Cina di ospitare i Giochi Olimpici del 2008; e, se non vi sia alcun miglioramento significativo, di chiamare la Famiglia Olimpica mondiale ed i suoi rappresentanti, incluso il Comitato Olimpico Internazionale ad intraprendere le appropriate iniziative;
9. Ci impegnamo a perseguire con energia all’interno dei nostri organi legislativi, Parlamento Europeo e parlamenti nazionali, e nella nostra condotta verso governi nazionali e regionali di rilievo ed organizzazioni internazionali, tutti i punti contenuti in questa dichiarazione, ed a mantenerci reciprocamente informati di ogni progresso e reazione a questo riguardo fino alla prossima Conferenza Parlamentare Europea sul Tibet, fra un anno
*Il riferimento al Tibet in questo documento indica le tre province di U-Tsang, Kham e Amdo. |