09/10/2002
La mozione sul Tibet approvata alla Camera dei Deputati - Testo integrale |
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dal
09/10/2002 |
al
09/10/2002
| Stato: Italia |
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Roma |
dove: | Camera dei Deputati |
Fonte: | ITSN Italia |
In Breve
(lingua: Italiano
)
La Camera, ......
impegna il Governo
ad adottare, nel quadro delle Risoluzioni sopra richiamate del Parlamento europeo, tutte le iniziative possibili nei confronti della Repubblica Popolare cinese affinché, attraverso il dialogo, si creino le condizioni per la realizzazione di un nuovo statuto per il Tibet che garantisca una piena autonomia dei tibetani in tutti i settori della vita politica, economica, sociale e culturale, ad eccezione della politica estera e di difesa;
ad invitare il governo cinese a riconoscere e rispettare pienamente i fondamentali diritti politici, sociali e culturali delle minoranze religiose, etniche e di altro genere nonché le loro specificità culturali compresa la libertà di culto;
a favorire d'intesa con gli altri paesi dell'Unione europea il dialogo fra le autorità di Pechino e il Dalai Lama;
ad adoperarsi presso la Commissione europea affinché nomini un osservatore della Unione europea per la questione tibetana.
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di: La mozione sul Tibet approvata alla Camera dei Deputati - Testo integrale
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Seduta n. 201 del 9/10/2002 (Sezione 2 - Risoluzione) La Camera, viste le risoluzioni sul Tibet del Parlamento europeo del 14 ottobre 1987, 15 marzo 1989, 15 settembre 1993, 17 maggio 1995, 13 luglio 1995, 14 dicembre 1995, 18 aprile 1996, 23 maggio 1996, 13 marzo 1997, 16 gennaio 1998, 13 maggio 1998, 6 luglio 2000, 11 aprile 2002; viste le risoluzioni sulle violazioni dei diritti fondamentali in Tibet adottate dal Bundestag tedesco (15 ottobre 1987, 20 giugno 1996 e 18 aprile 2002), dalla Commissione affari esteri della Camera dei deputati italiana (12 aprile 1989), dalla Camera dei deputati belga (20 giugno 1990), dalla Commissione affari esteri del Parlamento irlandese (21 luglio 1998);
vista la risoluzione adottata il 23 agosto 1991 dalla Sotto-Commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione delle discriminazioni e la protezione dei diritti delle minoranze;
vista la risoluzione dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (D.E. 173, 5 ottobre 1988);
viste le risoluzioni adottate dal Congresso degli Stati Uniti d'America, dal Senato e dalla Camera dei Rappresentanti australiana e dal Parlamento Ceco; visto l'atto costitutivo dell'«Associazione dei comuni, delle province e delle regioni italiane per il Tibet», Associazione alla quale hanno già aderito decine di enti locali;
ricordando: le tragiche vicende storiche vissute dal 1949 ad oggi dal popolo tibetano;
ricordando: le risoluzioni delle Nazioni Unite n. 1353 del 1959, n. 1723 del 1961 e n. 2079 del 1965; l'«accordo in 17 punti» firmato a Pechino dalle autorità tibetane, che pur prendendo atto che il Tibet è diventato parte integrante della Repubblica Popolare, garantiva anche la piena autonomia del Tibet e, in particolare, il riconoscimento del suo sistema politico e il pieno rispetto della libertà religiosa; i tentativi reiterati di rilanciare il dialogo con le autorità di Pechino fatti dal Dalai Lama con il «Piano in 5 punti», presentato davanti al Congresso americano nel 1987, e con la «proposta di Strasburgo», presentata davanti al Parlamento europeo nel 1988;
valuta: favorevolmente, al fine di rafforzare il dialogo e il negoziato, la posizione del Dalai Lama per quanto riguarda la realizzazione di un governo autonomo per il Tibet in seno alla Repubblica Popolare cinese; condivide la sua profonda preoccupazione per il grave danno già arrecato all'ambiente, alle tradizioni, alla cultura ed alla religione tibetana, e per il deterioramento della situazione riguardante i diritti dell'uomo nel Tibet;
esprime un giudizio positivo in merito ai recenti contatti avviati fra il governo cinese ed il Dalai Lama ed auspica che questi si trasformino quanto prima in un vero e proprio negoziato diretto fra il Governo cinese e il Dalai Lama con l'obiettivo di definire un nuovo statuto che garantisca la piena autonomia per il Tibet in seno alla Repubblica Popolare Cinese;
facendo proprie: le risoluzioni del Parlamento europeo del 6 luglio 2000 e del 11 aprile 2002,
impegna il Governo
ad adottare, nel quadro delle Risoluzioni sopra richiamate del Parlamento europeo, tutte le iniziative possibili nei confronti della Repubblica Popolare cinese affinché, attraverso il dialogo, si creino le condizioni per la realizzazione di un nuovo statuto per il Tibet che garantisca una piena autonomia dei tibetani in tutti i settori della vita politica, economica, sociale e culturale, ad eccezione della politica estera e di difesa;
ad invitare il governo cinese a riconoscere e rispettare pienamente i fondamentali diritti politici, sociali e culturali delle minoranze religiose, etniche e di altro genere nonché le loro specificità culturali compresa la libertà di culto;
a favorire d'intesa con gli altri paesi dell'Unione europea il dialogo fra le autorità di Pechino e il Dalai Lama;
ad adoperarsi presso la Commissione europea affinché nomini un osservatore della Unione europea per la questione tibetana.
(1-00038) Approvato alle ore 20,00 del 9/10/2002 con 407 voti favorevoli , 1 astenuto e 1 contrario
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lunedì 05 maggio 2003
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