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Kashmir, storia di un conflitto

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Rassegna stampa curata saltuariamente da Marco Vasta


23/05/2002  Kashmir: l'India ammorbidisce i toni


dal 23/05/2002 al 23/05/2002 Stato: Kashmir

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Il primo ministro indiano, Atal Bihari Vajpayee, ha smorzato un po' i toni sulla situazione del Kashmir conteso tra India e Pakistan, là dove la tensione è pericolosamente salita negli ultimi giorni.
Vajpayee ha detto di sperare che il Pakistan compia passi in avanti per porre fine alla "guerra per procura" che le due potenze nucleari combattono da ormai 12 anni.


Contenuto di: Kashmir: l'India ammorbidisce i toni

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nella foto: Il premier indiano Vajpayee durante la visita nello Jammu Kashmir
KASHMIR (CNN) -- Il primo ministro indiano, Atal Bihari Vajpayee, ha smorzato un po' i toni sulla situazione del Kashmir conteso tra India e Pakistan, là dove la tensione è pericolosamente salita negli ultimi giorni.

Vajpayee ha detto di sperare che il Pakistan compia passi in avanti per porre fine alla "guerra per procura" che le due potenze nucleari combattono da ormai 12 anni.

Il premier ha usato un linguaggio più morbido rispetto al giorno precedente, quando aveva chiesto alle truppe di New Delhi di "essere pronte" per una "battaglia decisiva" contro il Pakistan.

"A volte vi sono dei lampi anche quando il cielo è sereno", ha detto Vajpayee giovedì, ricorrendo a una metafora e augurandosi che "non ci siano lampi''.

Il premier indiano ha parlato da Srinagar, in Kashmir, il centro della rivolta secessionista sostenuta dal Pakistan.

La replica del Pakistan e la situazione militare
Nel frattempo il governo pachistano ha replicato all'esortazione di Vajpayee all'esercito indiano impegnandosi a difendere il Paese "contro qualsiasi aggressione da parte dell'India".

Entrambi i governi hanno riaffermato l'intenzione di attenuare la tensione, ma i toni negli ultimi giorni si sono fatti sempre più accesi e la comunità internazionale teme il contenzioso sul Kashmir sfoci in un vero e proprio conflitto tra i due Paesi.

La situazione si è aggravata dopo l'assassinio, martedì, di un leader moderato del movimento separatista del Kashmir e dopo l'attacco a una base militare indiana nel quale la settimana scorsa erano state uccise più di trenta persone.

Alla retorica di guerra si accompagnano, da una parte e dall'altra, movimenti di truppe. Mercoledì la marina indiana ha spostato cinque navi al largo della costa occidentale, vicino al Pakistan. E le forze armate pachistane sono state poste in stato d'allerta, con l'aviazione trasferita su posizioni più avanzate.

Per la regione contesa del Kashmir i due Paesi, entrambi potenze nucleari, hanno già combattuto due guerre. La lotta dei gruppi musulmani che vogliono l'indipendenza dall'India ha provocato dal 1989 almeno 30.000 morti.

Preoccupazione a Washington e Londra
Nella prima dichiarazione ufficiale dopo diversi giorni di silenzio, il presidente pachistano Pervez Musharraf e il suo Consiglio di sicurezza nazionale hanno ribadito la condanna del terrorismo, ma anche l'appoggio all'autodeterminazione del Kashmir e hanno confermato la linea del dialogo "attraverso negoziati bilaterali o altri strumenti forniti dalla Carta dell'Onu" per la soluzione del contenzioso con l'India.

Ma hanno anche sollecitato la comunità internazionale a "insistere con l'India sui pericoli connessi alla situazione esplosiva determinata dalla bellicosità e dall'ostinazione indiane". E hanno riaffermato che il Pakistan deve essere "pienamente preparato e vigile per affrontare qualsiasi evenienza con determinazione e forza".

Questa situazione ha indotto all'intervento sia Washington sia Londra. "La possibilità di una guerra tra India e Pakistan è molto concreta e molto preoccupante, una crisi che il mondo non può ignorare", ha detto il ministro degli Esteri britannico Jack Straw. L'amministrazione Bush dal canto suo ha annunciato che invierà nella regione il vice segretario di Stato Richard Armitage e ha sollecitato New Delhi e Islamabad ad avviare immediatamente una trattativa.


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