Il racconto per immagini e parole di Tina Imbriano di un viaggio nelle diverse valli del Ladakh
In jeep da Leh a Padum, capoluogo della valle dello Zanskar, percorrendo "ardite" strade sterrate, passi oltre i 4000 metri circondati da ghiacciai, marmotte, mandrie di yak e vette himalayane ben conosciute alle spedizioni italiane agli inizi del'900, e poi, a piedi da Padum al monastero di Phuktal, ritenuto da alcuni il gompa più suggestivo di tutto il Ladakh, arroccato in una enorme caverna sul fiume Tsarap, seguendo per alcuni giorni il percorso Padum - Shin Kun La - Darcha.
Una giornata trascorsa alla Lamdon Model High School in occasione della festa dei suoi 25 anni.
E poi di nuovo a Leh dopo esserci arrampicati all'eremo di Urgyen dzong, dove meditò Padma Sambava, per dirigerci verso Karzok sulle sponde dello Tso Moriri alla ricerca dei nomadi che si spostano nella bella stagione nelle ampie valli del Rupshu. Il ritorno a Leh costeggiando il lago Tso Kar, il passo Taglang-La a 5362m, il monastero di Thikse e rivolgendo un ultimo sguardo alla piana di Shey con i suoi innumerevoli stupa di un bianco ancora più abbagliante alla luce del tramonto.
Qualcuno di noi si è chiesto se avesse davvero ragione Shabkar, grande maestro tibetano dell'800 eremita errante nell'Himalaya, a sostenere che "sostar tra monti e valli disabitate porta alla vera e suprema felicità".
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