«La vita è un viaggio sperimentale fatto involontariamente» Ferdinando Pessoa.
Negli inverni 1993, 2001, 2007, 2009 e 2011, Marco Vasta ha trascorso alcune settimane in Ladakh, assistendo alle feste di fine anno ed ai riti nei monasteri.
La prima parte della serata è Tchadar - Il sentiero di ghiaccio - Un’avventura in Himalaya
Il canyon formato dal fiume Zanskar offre l'unica via che collega la valle dell’Indo con quella di Padum per un breve periodo dell'anno fra metà gennaio e metà febbraio. Questa è l’unica via di accesso allo Zanskar completamente isolato da dicembre a maggio. Dopo l'apertura del Ladakh nel 1974, già alcune centinaia di attrezzati escursionisti hanno vissuto questa esperienza, unica in Himalaya. Da Chilling a Padum sono circa 120 chilometri percorsi dai locali in cinque giorni in condizioni ottimali. Non vi sono dislivelli poiché si rimane sul fondovalle che sale dai 3.400 metri ai 3.600. La fatica è quindi tutta riposta nel camminare o, meglio, scivolare. Sul ghiaccio non si usano i ramponi, gli zanskari vi scivolano sopra. La temperatura varia da pochi gradi sotto zero fino ai -35°. Di notte si trova riparo nelle grotte lungo il fiume, sono poche le possibilità di montare una tenda.
La seconda parte della serata presenta la cultura e la vita del ladakh nel suo aspetto invernale, in particolare si sofferma su feste e sui riti.
Oltre alle tradizionali danze dei monaci (il cham), alcuni eventi sono caratteristici del Ladakh e saranno raccontati nella seconda parte della serata con Ladakh, when oracles and shamans meet Buddha (40'), immagini di Bruno Zanzottera e Marco Vasta.
Infallibilmente programmati dall'Ufficio Turismo di Leh (più potente di qualsiasi astrologo) due abitanti del villaggio di Stok cadono in trance. Profetizzano sulle questioni religiose dell’anno appena iniziato e impartiscono benedizioni per rimuovere ostacoli e malanni. A Stok e a Matho questo avvenimento è celebrato rispettivamente in corrispondenza con lo Stok lcag-rangs e il Matho Ngag-rangs. È la stessa divinità che si emana in due persone differenti di cui si crede che una sia legata al potere temporale e l’altra al clero. A Stok, i lu-yar (lett. ”prestatori di corpo”) sono laici preparatisi con un ritiro di un mese. Durante questo periodo rimangono isolati nella loro stanza, non hanno il permesso di vedere donne, e vengono assistiti da uno tsam-yok (aiutante di ritiro). Wangdu Tsering Shutu (tsam-yok nel 2004) ci aiuta a capire il significato di riti, gesti, canti. A Mathro i lu-yar sono monaci appartenenti al monastero.
Oltre alle cerimonie degli oracoli incontriamo una degli sciamani che praticano nella valle dell'Indo. A Leh vi sono due famose sciamane. Talvolta esse accettano che persone esterne presenzino ai riti di divinazione o guarigione. Quando curano malattie spesso cadono in trance e "succhiano" il male per farlo poi cadere sotto forma di saliva densa o di catrame in una ciotola.