Lo Zanskar è una valle incuneata tra montagne himalayane nel nord dell’India, tra il Kashmir e il Ladakh, tra il Pakistan e il Tibet. La popolazione, di cultura tibetana e religione buddista, vive principalmente di agricoltura e allevamento del bestiame. Per gran parte dell’anno la valle è completamente isolata, l’unica via d’accesso carrozzabile è la pista del passo Pensi La (4400 metri), raggiungibile da Kargil alle porte dell’inquieto Kashmir dopo aver risalito la valle del Suru. Durante l’inverno non è possibile arrivare in Zanskar se non percorrendo il sentiero del tChadar, il viaggio rituale che compiono gli zanskari a febbraio camminando sul fiume ghiacciato da Padum alla confluenza nell’Indo in Ladakh. Nel villaggio di Pipiting, nel 1988, l’associazione francese Aide au Zanskar, in collaborazione con l’associazione italiana AaZ onlus, ha fondato una scuola che oggi insegna a trecento bambini zanskari le lingue e la cultura generale indispensabili per affrontare l’inevitabile incontro-scontro con la modernità, ma anche la lingua, la letteratura e la tradizione tibetana buddista alla quale il popolo zanskaro appartiene. Vilma Burdizzo ha raggiunto lo Zanskar, ha visitato la Lamdon Model High School, ha percorso a piedi, in quattro giorni di cammino, il sentiero che conduce al meraviglioso e remoto monastero di Phuktal e ha assistito al festival buddista di Sani, uno dei monasteri più remoti, dove il festival è ancora vissuto secondo la tradizione religiosa e popolare e non è inquinato, come avviene nel Ladakh e in Tibet, dall’invadenza del turismo di massa. Vi proponiamo le sue fotografie e un incontro per parlare della valle, della popolazione zanskara, della scuola e dell’associazione che la sostiene.
Foto: Vilma Burdizzo Relatori: Vilma Burdizzo e Bruno Burdizzo (presidente di AaZ onlus)
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