19/02/2004
Quattro bresciani all’Idita |
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19/02/2004 |
| Stato:
United States |
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Regione: - | Dipartimento: - |
Città: | Alaska |
Il sito di Marco Berni
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Dove: | Conferenza stampa del Comune di Brescia |
Fonte: | Giornale di Brescia |
In
breve: |
Marco Berni dedica l’avventura alaskana e l’attenzione che deriverà dalla sua performance tra i ghiacci alla sovvenzione per l’adozione a distanza di studenti di una regione dell’Himalaya («Un futuro per una scuola a Zanskar» - www.aazanskar.org). «Garantiamo agli studenti di poter seguire i corsi nel loro habitat, notoriamente privo di qualsiasi risorsa» spiega l’atleta.
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Originale: Quattro bresciani all’Idita
(lingua: Italiano
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Oltre al «Lungo di Ludizzo» altri tre nostri concittadini sono in partenza per la corsa in Alaska Quattro bresciani all’Idita Voglia di estremo, ma sullo sfondo della solidarietà Tre bresciani in Alaska sulle orme di Ghidoni, il Lungo di Ludizzo. E non solo per metafora, ma nel vero senso della parola. Già, perchè due runner bresciani ed un biker si misureranno sulla distanza dei 560 chilometri con l’atleta cinquantenne di Bovegno che, a sua volta, e come riferiamo nello spazio accanto, quest’anno non parteciperà alla gara sulla distanza dei 1.600 chilometri. I tre «temerari» sono Luigi Mazzocchi, Marco Berni e Angiolino Tomasi, tre atleti non nuovi ad imprese legate all’estremo che troveranno in Roberto Ghidoni il quarto compagno per un’avventura mozzafiato nei ghiacci. Sono cinque in tutto gli italiani che si sono iscritti all’Idita Extreme su un totale di 32 concorrenti provenienti da ogni parte del mondo. I bikers iscritti alla 560 chilometri sono invece solo 6 e tra questi rientra Angiolino Tomasi. Ieri i tre atleti sono stati presentati alla stampa dall’assessore allo Sport in Loggia, Giorgio Lamberti, che, da sportivo, ha sottolineato la portata atletica della prestazione a cui sono chiamati i tre bresciani. «Di fondo peraltro c’è anche la ricerca del superamento dei propri limiti, un percorso che si snoda nell’intimo della persona e che spinge non a trovare la prestazione più significativa, ma l’equilibrio nel momento della massima concentrazione e quando lo sforzo per il fisico diventa un grandissimo stress» ha sottolineato Lamberti. Diverse le motivazioni che hanno spinto gli atleti a partecipare alla gara: per Angiolino Tomasi, reduce dall’attraversamento in bici dell’Australia «il senso di affrontare l’estremo è nell’offrire il sacrificio fisico all’insegna di un’iniziativa di solidarietà per i bambini più bisognosi». In quest’ottica Tomasi ha fondato «Cuore estremo» onlus, organismo con cui intende realizzare il progetto «Due ruote per un sorriso», mirato a raccogliere biciclette vecchie recuperate dalle cantine, da distribuire tra i bambini bisognosi bresciani e quelli del Burkina Faso assistiti dal centro Oasis (info: 348.0805793). Caso diverso per Marco Berni, che dedica l’avventura alaskana e l’attenzione che deriverà dalla sua performance tra i ghiacci alla sovvenzione per l’adozione a distanza di studenti di una regione dell’Himalaya («Un futuro per una scuola a Zanskar» - www.aazanskar.org). «Garantiamo agli studenti di poter seguire i corsi nel loro habitat, notoriamente privo di qualsiasi risorsa» spiega l’atleta. Meramente sportiva invece la partecipazione di Luigi Mazzocchi che lo scorso anno ha partecipato alla Susitna 100, sempre in Alaska. ro. ma. |
Consulta anche: | Aide au Zanskar - Aiuto allo Zanskar |
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