L'Unione europea, quale importante partner allo sviluppo del Bhutan e del Nepal e maggiore finanziatore dei campi di rifugiati bhutanesi in Nepal, reputa incoraggiante il fatto che, dopo lunghi anni di negoziati, le parti abbiano raggiunto un accordo sulla verifica delle prime 12.000 persone residenti nel campo di Khudunabari. Tuttavia l'Unione europea condivide le perplessità espresse sulle procedure e sui risultati del processo di verifica suscitate dall'incertezza dello status giuridico, inclusi i diritti di cittadinanza, del 70,5 per cento dei rifugiati classificati come aventi abbandonato volontariamente il Bhutan. L'Unione europea è altresì preoccupata per la mancanza di adeguate procedure di ricorso.
Originale: Dichiarazione della Presidenza a nome della Unione europea sui rifugiati bhutanesi in Nepal (lingua: Italiano
)
L'Unione europea, quale importante partner allo sviluppo del Bhutan e del Nepal e maggiore finanziatore dei campi di rifugiati bhutanesi in Nepal, reputa incoraggiante il fatto che, dopo lunghi anni di negoziati, le parti abbiano raggiunto un accordo sulla verifica delle prime 12.000 persone residenti nel campo di Khudunabari. Tuttavia l'Unione europea condivide le perplessità espresse sulle procedure e sui risultati del processo di verifica suscitate dall'incertezza dello status giuridico, inclusi i diritti di cittadinanza, del 70,5 per cento dei rifugiati classificati come aventi abbandonato volontariamente il Bhutan. L'Unione europea è altresì preoccupata per la mancanza di adeguate procedure di ricorso. L'Unione europea invita entrambe le parti a procedere quanto prima al rimpatrio ed all'integrazione dei rifugiati nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei diritti dell'uomo. L'Unione europea ritiene particolarmente importante che le parti coinvolgano l'UNHCR o un'altra organizzazione internazionale di pari esperienza come consulente ed osservatore indipendente e imparziale del processo, così da garantire il corretto trattamento di tutti i casi ancora da verificare e di tutti i ricorsi. Per facilitare il processo, si sollecitano le parti a preparare, assicurandone la trasparenza, piani di rimpatrio/reintegrazione che tengano tra l'altro conto delle questioni della cittadinanza, degli alloggi, dei terreni agricoli e dei sussidi per il rimpatrio e si applichino sia ai rifugiati che desiderano ritornare in Bhutan che a quelli che intendono rimanere in Nepal. Come già affermato, l'Unione europea è pronta a fornire un'adeguata assistenza finanziaria per la reintegrazione e il reinserimento dei rifugiati. L'Unione europea ribadisce infine che il rispetto del diritto internazionale e dei diritti dell'uomo è uno dei pilastri su cui si fonda la cooperazione dell'Unione sia con il Nepal che con il Bhutan, così come per tutti i partner allo sviluppo dell'UE. I paesi aderenti Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica slovacca e Slovenia, i paesi associati Bulgaria, Romania e Turchia, nonché i paesi dell'EFTA Islanda, Liechtenstein e Norvegia membri dello Spazio economico europeo aderiscono alla presente dichiarazione.