24/06/2003
Pechino riconosce l'autorità di Nuova Delhi sulla regione del Sikkim, ottenendo in cambio quella sul Tibet |
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24/06/2003 |
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Cina |
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Ma ciò che più conta per Pechino e per il primo ministro cinese Wen Jiabao è che l'India ha assicurato che «non saranno tollerate attività anti-cinesi» da parte degli esuli tibetani, anche se ciò, ha affermato il ministo Sinha, non cambia lo status diplomatico del Dalai Lama, il capo spirituale dei buddisti tibetani rifugiatosi in India nel 1959, «e nemmeno è in discussione il fatto che possa lasciare l'India».
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Originale: Pechino riconosce l'autorità di Nuova Delhi sulla regione del Sikkim, ottenendo in cambio quella sul Tibet
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ESTERI Ma il Dalai Lama rimarrà nel Paese del Gange India-Cina, inizia il disgelo sull'Himalaya Pechino riconosce l'autorità di Nuova Delhi sulla regione del Sikkim, ottenendo in cambio quella sul Tibet PECHINO - Inizia il disgelo tra India e Cina, nazioni che nel 1962 si affrontarono in una sanguinosa guerra tra le alture innevate dell'Himalaya per la definizione dei confini. La prima visita in dieci anni a Pechino di un primo ministro indiano, Atal Bihari Vajpayee, e la comune paura dell'arsenale atomico del Pakistan, hanno portato a un avvicinamento tra i due giganti asiatici, che insieme sommano il 37% della popolazione del mondo.
Il premier indiano Vajpayee (a sinistra) e il presidente cinese Hu Jintao a Pechino (Reuters) RIAPERTURA PASSO HIMALAYANO - Il risultato è la riapertura della mulattiera che porta a un passo posto a 4.400 metri d'altitudine tra il Tibet e lo Stato indiano del Sikkim. Per giungere a questo primo passo, la Cina ha riconosciuto l'autorità dell'India sul Sikkim (una monarchia indipendente incorporata il 26 aprile 1975 nella Repubblica indiana, ma sulla quale Pechino avanzava alcune rivendicazionii territoriali) e in cambio New Delhi ha riconosciuto l'appartenenza alla Cina del Tibet, nazione semi-indipendente retta dal Dalai Lama incorporata dalla Cina maoista tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio degli anni Cinquanta.
«PASSO AVANTI» - «Credo che abbiamo fatto un importante passo avanti, e ho ragione di ritenere che altri seguiranno», ha commentato il ministro indiano degli Esteri Yashwant Sinha. «La Cina ha confermato che la volontà di costruire relazioni stabili e proseguire sulla strada dell'amicizia è comune ai massimi livelli in entrambe le nazioni», aveva poco prima detto il premier indiano Vajpayee. Ma ciò che più conta per Pechino e per il primo ministro cinese Wen Jiabao è che l'India ha assicurato che «non saranno tollerate attività anti-cinesi» da parte degli esuli tibetani, anche se ciò, ha affermato il ministo Sinha, non cambia lo status diplomatico del Dalai Lama, il capo spirituale dei buddisti tibetani rifugiatosi in India nel 1959, «e nemmeno è in discussione il fatto che possa lasciare l'India». 24 giugno 2003 |
Consulta anche: | Associazione Italia Tibet |
Originale: | Pechino riconosce l'autorità di Nuova Delhi sulla regione del Sikkim, ottenendo in cambio quella sul Tibet |
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