É arrivata a palazzo Broletto, per il ricevimento in suo onore, con due lunghe sciarpe candide portate in dono ai presidenti della Provincia e del Consiglio provinciale, simbolo di accoglienza e augurio di buon auspicio.
Originale: Jetsun Pema, «angelo» del Tibet (lingua: Italiano
)
Jetsun Pema, «angelo» del Tibet In Broletto la sorella del Dalai Lama parla del suo popolo in esilio
É arrivata a palazzo Broletto, per il ricevimento in suo onore, con due lunghe sciarpe candide portate in dono ai presidenti della Provincia e del Consiglio provinciale, simbolo di accoglienza e augurio di buon auspicio. Jetsun Pema, sorella del Dalai Lama, costretta a lasciare la sua terra d'origine, il Tibet, per le persecuzioni subite a motivo della propria confessione religiosa, primo ministro donna nella storia del Tibet, da sempre impegnata nella promozione dell'istruzione e dell'integrazione dei profughi in India, ideatrice del Villaggio dei bambini tibetani, una delle più grandi comunità scolastiche tibetane che dà assistenza a 14.000 bambini, perpetuando un'identità culturale altrimenti destinata a scomparire, è a Brescia per iniziativa dell'Ande, che le assegnerà oggi il "Premio Coraggio" 2002. «Siamo onorati della sua visita, che arricchisce una tradizione non nuova alla nostra città, terra di figure di straordinario profilo, come S. Angela Merici e S. Maria Crocifissa di Rosa, dedicatesi all'educazione dei giovani», ha ricordato il presidente Alberto Cavalli. Con una pacatezza tutta orientale, Jetsun Pema precisa che il premio riconosciutole va a tutte quelle donne del Tibet e quelle persone che l'hanno aiutata nel progetto, e servirà da forte incoraggiamento per le attività future. Riguardo al suo impegno, afferma: «Per un popolo in esilio come il nostro la cosa più importante è l'educazione, perché i giovani sono il nostro futuro. La formazione che cerchiamo di dare è moderna ma allo stesso tempo profondamente radicata nella nostra cultura e religione, per mantenere le nostre tradizioni». Fra gli ostacoli che quotidianamente il Tibetan children's village deve affrontare ci sono quelli di assistere, vestire, nutrire, insegnare una lingua a bambini spesso orfani e con problemi di adattamento, «per questo abbiamo scelto il sistema educativo Montessori, che strutturandosi sulle capacità individuali del singolo ha dato buoni risultati». Molteplici sono anche le difficoltà all'inserimento degli esuli nella società indiana: «Il maggior problema è l'essere sparpagliati in tutta l'India - spiega Jetsun Pema -. Tutte le nostre energie sono volte a fare in modo che in ognuna delle 60 piccole comunità formate non manchino mai una scuola e un centro di assistenza sanitario, per mantenere la nostra identità. Fondamentale è comunque l'azione del nostro Governo in esilio, che con una politica capillare è vicino ai moltissimi rifugiati non solo in India, ma anche in Nepal e in Bhutan». Inevitabile sfiorare il tema politico del controllo cinese in Tibet, che provoca un esodo in costante aumento verso altri Paesi: «Dopo l'invasione cinese, in patria siamo diventati una minoranza, 6 milioni contro i 7 milioni e mezzo di cinesi. In Tibet sono tante le vessazioni subite, dagli imprigionamenti alla mancanza di libertà sia fisica che culturale. Per questo sentiamo l'impegno all'educazione come un nostro dovere, un campo obbligato su cui batterci. Auspichiamo un giorno di poter tornare in Tibet, e questa speranza, insieme all'esigenza di far fronte a tutte le necessità, favorisce una stretta coesione di gruppo e mantiene forte il nostro spirito, perché abbiamo una meta da raggiungere». A Jetsun Pema verrà consegnato oggi il "Premio Coraggio" 2002 con una cerimonia che si terrà alle 18.30 nel salone Vanvitelliano di palazzo Loggia. Per le 20.30 è in programma un concerto in suo onore organizzato dall'Ande al teatro San Carlino: il pianista Jin-Hee-Kim eseguirà musiche di Beethoven, Chabrier e Chopin. Lisa Cesco