Il cuore di Marc Damiens, fondatore di AaZ, si è improvvisamente fermato sabato 15 ottobre a Carqueiranne nel Sud della Francia dove era in vacanza. Chiamato Memé dagli allievi e conosciuto in tutta la valle dello Zanskar, Marc è stato un fratello maggiore per noi tutti. I funerali avranno luogo giovedì 20 a Miannay, in Piccardia, luogo d'origine della famiglia. Un commemorazione si è tenuta alla LMHS nella mattinata del 19 ottobre, presenti i Membri attuali e passati del Managing Committee.
Our friend Marc Damiens is dead on October 15th, a heart attack, at Carqueiranne south of France. His funeral had token place in Picardie, the cradle of his family, October 20th. He was Memé (grand father) for LMHS and for us he was like an elder brother. Joolé, Julé Memélé
Riportiamo un ritratto di Marc tracciato dal past-President Bruno Burdizzo.
Memé Marc Marc Damiens è un uomo alto, taciturno, capelli bianchi, espressione benevola ma un po' enigmatica nel taglio obliquo dello sguardo. In Zanskar tutti lo chiamano Memé Marc, nonno Marc, ed è una festa quando arriva. Suonano i tamburi. I notabili tirano fuori gli abiti più eleganti, lucidano le scarpe e si presentano compunti, e un po' agitati, quando lui compare all'ultima svolta del sentiero, a piedi, accanto alla sua guida che regge la cavezza del mulo carico di bagagli. Sono quasi vent'anni che Marc Damiens arriva così, ogni estate, alle porte dello Zanskar, a piedi. Una schiera di bambini di ogni età, con addosso calzoni grigi, camicia azzurra e un maglioncino amaranto, tutti uguali, stanno inquadrati come piccoli soldati. File di guance arrossate, di nasini smoccolanti, di occhi neri, di capelli lisci e lucidi, scomposti dal vento himalaiano in quella scapigliatura che fa belli tutti i bambini del mondo. Tam tam tam batte il tamburo un rimo regolare mentre la carovana si avvicina, sulla spiazzo erboso dove arriva il sentiero. Più in là ci sono le prime case zanskare, un campo giallo di fiori, una capretta guarda curiosa. I notabili si presentano davanti a Marc Damiens con espressione ossequiosa e gentile, fanno un inchino all'orientale, qualcuno risponde alla vigorosa stretta di mano del francese. I bambini portano le Kata, le sciarpe di seta bianca, segno di buonaugurio e di benvenuto, e le mettono al collo di Marc, che si deve chinare parecchio, per accoglierle.
Tratto dal Blog "Strade di Polvere" di Bruno Burdizzo
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