Un viaggio nel Sahara è un viaggio nel nulla, un viaggio nel tempo, un viaggio in se stessi.
Non c'è regione al mondo paragonabile al grande Sahara, uno spazio incredibilmente vasto (dalle coste atlantiche della Mauritania alla Valle dei Nilo in Egitto) dove la natura, con un lento processo sviluppatosi nel tempo, ha modificato l'ambiente naturale trasformando foreste, verdi valli, boscose montagne in una arida distesa di sabbia, di rocce, di strapiombi dove il sole e il vento sono i dominatori incontrastati.
In questo ambiente aspro e difficile, la natura gioca l'ultima battaglia con la vita nell'immenso silenzio delle grandi solitudini. Nell'apparente immobilità degli spazi sahariani si manifestano forme di vita incredibili: la gazzella che sfreccia veloce sui grandi plateau, il varano che scava la sua tana alla ricerca di acqua, il fennec, la simpatica volpe dei deserto, i topolini e i piccoli scarafaggi che arrancano su per dune e una vegetazione minuta, nascosta negli anfratti più riparati, che cerca di vivere e sopravvivere nonostante le avverse condizioni ambientali.
Poi l'impatto con il mondo delle oasi: dove sgorga un filo d'acqua, dove esiste un pozzo, là nasce un'oasi e l'uomo dei deserto sa fare un uso parsimonioso e geniale dell'acqua. Piccoli campicelli danno verdura fresca e frutta gustosa. L'oasi è un piccolo paradiso d'ombra e di verde tanto più apprezzato in quanto inserito in un ambiente difficile ed ostile come quello desertico.
Disegnate sulle rocce, disperse nella sabbia, sparse lungo i letti di antichi uadi (fiumi) ritroveremo le tracce della vita che un tempo si svolgeva in queste regioni. Sono punte di freccia, amigdale, asce, mortai, raschiatoi per pelli, pestelli; tutti manufatti che ci fanno immaginare una vita primitiva legata ancora alla pietra da cui si ricavavano utensili per la vita domestica ed armi per la caccia all'abbondante fauna presente nella zona.
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