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Campagna "Save Kailash -Tibet's Most Sacred Mountain"

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Un occidentale che da anni frequenta la zona del Monte Kailash ha riferito che ai tibetani residenti nella zona è stato ingiunto di non diffondere notizie riguardanti il progetto della costruzione di una strada attorno alla montagna meta di pellegrinaggio di buddisti, indù e jainisti.
Sembra che il tracciato dell’anello attorno al Kailash sia già stato ultimato e che i lavori potrebbero iniziare a partire dall’aprile 2004. Al momento non si conosce se l’iniziativa sia attribuibile alla locale prefettura di Ngari o a funzionari di più alto livello.

Un occidentale che da anni frequenta la zona del Monte Kailash ha riferito che ai tibetani residenti nella zona è stato ingiunto di non diffondere notizie riguardanti il progetto della costruzione di una strada attorno alla montagna meta di pellegrinaggio di buddisti, indù e jainisti.

Sembra che il tracciato dell’anello attorno al Kailash sia già stato ultimato e che i lavori potrebbero iniziare a partire dall’aprile 2004. Al momento non si conosce se l’iniziativa sia attribuibile alla locale prefettura di Ngari o a funzionari di più alto livello.

Ogni anno, migliaia di devoti percorrono a piedi, o attraverso una serie di prosternazioni successive, i cinquantasei chilometri del perimetro della montagna sacra che i tibetani chiamano anche Kang Rinpoche. Per i praticanti buddisti, il "kora", cioè il pellegrinaggio attorno al Kailash, finora compiuto in un’atmosfera incontaminata e di palpabile spiritualità, consente l’accumulo di meriti, soprattutto in occasione di particolari ricorrenze religiose.

Kate Saunders riferisce che oltre alla costruzione della strada, pensata per incrementare l’afflusso turistico nella zona, le autorità locali stanno valutando l’opportunità di un collegamento aereo tra Lhasa e la città di Ali, situata a circa 250 chilometri a nord ovest del Monte Kailash. Il volo consentirebbe ai turisti di raggiungere la zona in meno di due ore (attualmente occorrono tra i tre e i quattro giorni di viaggio), compiere in automobile il periplo della montagna e tornare nella capitale tibetana il giorno successivo.

Un operatore turistico specializzato nell’organizzazione di viaggi ai piedi della vetta, ha affermato che entrambi i progetti non solo violano la sacralità del luogo ma potrebbero causare seri pericoli alla salute dei viaggiatori portati repentinamente a oltre 5500 metri senza un adeguato periodo di acclimatazione.