nella foto: ingresso Dili Bazar Jail - Kathmandu
Sconteranno una condanna di dieci anni per essere entrati illegalmente in Nepal. Attualmente dodici di essi si trovano nella prigione di Dili Bazar, in centro a Kathmandu. Attivisti dei diritti civili sono preoccupati soprattutto per la madre ed il neonato di quattro mesi che risultano essere in cattive condizioni di salute. Medici tibetani e organizzazioni umanitarie forniscono medicine e latte in polvere. Il rappresentante del Dalai Lama in Nepal, Wangchuk Tsering, ha dichiarato alla stampa che le organizzazioni pro Tibet stanno agendo attraverso vari canali per ottenere il rilascio per motivi di salute di Tenzin Yangsom e del figlio, Tenzin Dhondup, ma al momento le autorità nepalesi non hanno fornito risposte positive.
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Pugno di ferro contro i tibetani in fuga. Tredici tibetani in prigione a Kathmandu, una madre e un neonato in cattive condizioni di salute. Un appello.
Sconteranno una condanna di dieci anni per essere entrati illegalmente in Nepal. Attualmente dodici di essi si trovano nella prigione di Dili Bazar, in centro a Kathmandu. Attivisti dei diritti civili sono preoccupati soprattutto per la madre ed il neonato di quattro mesi che risultano essere in cattive condizioni di salute. Medici tibetani e organizzazioni umanitarie forniscono medicine e latte in polvere. Il rappresentante del Dalai Lama in Nepal, Wangchuk Tsering, ha dichiarato alla stampa che le organizzazioni pro Tibet stanno agendo attraverso vari canali per ottenere il rilascio per motivi di salute di Tenzin Yangsom e del figlio, Tenzin Dhondup, ma al momento le autorità nepalesi non hanno fornito risposte positive. I due recenti arresti a metà maggio di Choeyang Dorje e Palden Gyatso (omonimo del lama testimonial di Amnesty contro la tortura) hanno nuovamente portato l’attenzione sulla precaria condizione dei rifugiati tibetani in Nepal che dal 1989 non godono più il diritto di rimanervi. Si calcola che circa 3000 rifugiati non siano in possesso di autorizzazione a risiedervi. Per quei tibetani che continuano a fuggire in India dal Tibet attraverso il Nepal, vi è un tacito accordo fra i governo nepalese e l’Alto Commissariato per i rifugiati delle nazioni Unite, affinché i rifugiati passino attraverso il Nepal e possano raggiungere l’India. Non esiste stesso accordo per i Tibetani che dall’India cerchino di rientare in Tibet, per essi vi è la possibilità di arresto e detenzione. Oltre ai 12 detenuti a Dili Bazaar, un monaco, di nome Heruka, sconta la sua pena nella prigione di Khar Guard a Kathmandu. Tutti i detenuti non sono stati in grado di pagare la sanzione amministrativa nella udienza tenuta presso il Department of Immigration in Kathmandu. Sono stati quindi condannati a dieci anni- Sette detenuti sono sono sati arrestati il 22 agosto 2001 mentre tornavano dall’India dove avevano terminati gli studi e cercavano di tornare in Tibet clandestinamente. I tibetani in esilio possono ricevere documenti da parte delle autorità cinesi solo se sottoscrivono un documento in cui dichiarano che la loro nazionalità è quella cinese. Tenzin Yangzom, madre del neonato ha ricevuto una multa di 121,897 Rupie Nepalesi (circa US$ 1.583). Due monaci, Sonam Lama and Sechya Lama, non avevano documenti quando sono stati arrestati nell’agosto 2001 in un tea stall (chiosco da te) a Boudhanath, il maggior centro monastico a Kathmandu. Non potendo pagare la multa di 205.359 Rupie Nepalesi sono stati condannati a dieci anni. Il monaco Heruka, arrestato a Jiri, presso il confine tibetano il 22 giugno 2000, ha ricevuto la multa più alta (729.,360 NRs pari a US$ 9.472). Il pugno di ferro adottato contro i Tibetani indica che il governo ha ricevuto forti pressioni dall’esterno affinché si modificasse un comportamento improntato alla collaborazione con l’Alto Commissario delle Nazioni Unite. Negli ultimi due anni le manifestazioni in ricordo dell’insurrezione di Lhasa (10 marzo 1959) e manifestazioni culturali organizzate dai Tibetani in esilio e legalmente residenti sono state spesso vietate dalle autorità nepalesi.
L’Associazione Italia Tibet, aderisce alla iniziativa del Tibet Bureau di Ginevra in favore dei detenuti ed invita a sottoscrivere il seguente appello ed inviarlo ai sovrani del Nepal ed al Primo Ministro Nepalese
-- copia incolla il testo sottostante ---
The Royal Palace of the Kingdom of Nepal Their Majesty King Gyanendra and Queen Komal Forma di saluto: Your Excellencies Fax: +977-1-228515
Office of the Prime Minister Prime Minister Sher Bahadur Deuba Fax: +977-1-228 286 info@pmo.gov.np
Ministry of Home Affairs Right Honorable Home Minister Kum Bahadur Khadka Fax: +977-1-240942 or +977-1-225156 homehmg@wlink.com.np
Ministry of Home Affairs, Department of Jail Administration Director General Fax: +977-1-227186 or +977-1-225156 homehmg@wlink.com.np
United Nations High Commissioner for Refugees Representative Michel Dupoizat Fax: +977-1-412853 or +977-1-414989 nepka@unhcr.ch
Esempio di fax o email Oggetto email: ACTION on Behalf of Tibetans Detained in Nepal!
(Honourable Minister) I am deeply concerned about the arrest and jailing of thirteen Tibetans, including a four month old baby. I am writing to you to respectfully ask for their immediate and unconditional release.
Sangye Dhondup, Lobsang Dorje, Ms. Tsering Yangzom, Tenzin Dhondup, Ms. Sheri Tso, Dojree Tashi, Dukar, Ms. Tsephel, Venerable Sonam Lama, Venerable Sechya Lama, Venerable Choeyang Dorje and Mr. Palden Gyatso are being held in Dili Bazaar jail as illegal aliens. Venerable Heruka is being held at Khar Guard jail on the same charge.
Also, Tsering Yangzom and her four-month-old baby Tenzin Dhondup should be released immediately on humanitarian grounds into the care of the United Nations High Commissioner for Refugees.
I ask you to use your influence to ensure that the Ministry of Home Affairs, Department of Immigration, and Nepalese police hand over to the UNHCR any Tibetans who they detain or arrest. Thank you for your immediate attention to this matter. Sincerely,
Firma
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